Statistica e programmazione

Probabilmente non abbiamo bisogno di elencare le ragioni per fare un corso di statistica. Tutti capiscono l’importanza di questa materia, in questa epoca più che mai, ognuno potrebbe esprimere la propria opinione sul perché studiare la statistica e avrebbero tutti ragione. Cerchiamo quindi di darVi il nostro punto di vista, senza soffermarci troppo sulle cose ovvie, e di esporVi cose che potrebbero non essere tanto evidenti.

Esporremo il nostro punto di vista da programmatori. I nostri corsi di statistica sono corsi di statistica applicata utilizzando strumenti informatici, in primo luogo linguaggi di programmazione.

Nel mondo ormai dominato da analisi di grandi quantità di dati, dalle quali dipendono scelte e misure fatte (a partire dalle corporazioni, dai governi e dagli enti sovranazionali, fino alle PMI) che andranno poi a influenzare le nostre vite sotto tutti i punti di vista, le aziende che sviluppano programmi inerenti all’ analisi statistica (sia di tipo descrittivo che di tipo inferenziale) devono avere programmatori con solide conoscenze in materia. Che si tratti di fare stime di parametri come occupazione/disoccupazione, PIL e debito nazionale o che si tratti di parametri come inflazione e svalutazione monetaria o andamento di mercati, la statistica gioca un ruolo chiave. Le aziende che sviluppano codice per il settore non possono più permettersi di tenere un solo esperto di statistica ogni cento programmatori, che a volte di statistica non sanno nulla, ma quelle conoscenze devono essere fornite a tutti.

Le tre grandi bolle speculative del decennio dal 2000 al 2008, il loro scoppio, e gli effetti nefasti che hanno avuto sull’economia al livello planetario, hanno avuto in gran parte causa dalla cattiva gestione, analisi e interpretazione dei dati statistici. L’ avidità ha avuto però un ruolo chiave, ed è stata quella che ha portato a sottovalutare la necessità di fare analisi statistiche più accurate. Ora, leccandosi le ferite, gli stati e le corporazioni hanno in gran parte capito la necessità di:

  1. Sviluppare ulteriormente la statistica ( le ricerche nel campo infatti hanno avuto un’impennata come mai prima d’ora’)
  2. Sviluppare ulteriormente i programmi per analisi statistiche ( vale la stessa osservazione del punto 1)
  3. Sviluppare solide nozioni di apprendimento automatico e di intelligenza artificiale (l’evoluzione spaventosa di queste discipline, che per decenni sono state relegate solo agli ambienti universitari, è palese)
  4. Delegare il compito di fare stime, regressioni e conclusioni ai programmi, che non possono essere soggettivi e non possono essere acciecati dall’ avidità.
  5. Tutto questo richiede competenze interdisciplinari da parte delle aziende e degli individui che le costituiscono. Le aziende che producono programmi hanno difronte una grande responsabilità, ma anche una grande opportunità.

Da quel periodo di colasso economico non siamo ancora usciti, nonostante le recenti pompose dichiarazioni di qualche politico, ma sicuramente a livello planetario qualche lezione è stata appresa. Ora, ci sono una notizia buona e una cattiva. Partiamo con la cattiva? Molte aziende (non solo) informatiche che non comprendono appieno i cinque punti sopra e non si danno da fare, saranno spazzate via dal mercato. La notizia buona è che la conoscenza è, al momento, disponibile a tutti. Abbiamo documentazione liberamante fruibile via Internet, codice libero di ottima qualità, e la possibilità di far evolvere le nostre imprese come mai prima d’ora. Abbiamo anche persone in grado di insegnarci queste meterie, accorcando i tempi di apprendimento.

I nostri corsi seguono questo ragionamento. Offriamo ai nostri clienti le competenze con i programmi menzionati nei punti 2. e 3. del elenco numerato.